Inizio la recensione con lo spiegarvi che l’Antica Birreria Peroni, al centro del centro di Roma, a due passi da piazza Venezia, non è solo un’ottima birreria, ma anche un’ottima trattoria. E non è solo un’ottima trattoria, perché è anche una sorta di istituzione gastronomica romana…
Ma cominciamo da dove si deve, ossia dall’inizio:
Stra-conosciuta a Roma e stra-frequentata oramai da moltissimi anni, la prima cosa da valutare se volete mangiare all’Antica Birreria Peroni è il giorno e l’ora: dal mercoledì al sabato, dalle 21 in poi è praticamente sicuro trovare una folla in attesa del proprio posto, e quindi occorre portare in conto di pazientare da una mezz’oretta (il mercoledì) a molto, molto più a lungo, anche in funzione del vostro numero (mi è capitato di essere una decina di persone di sabato e di aspettare più di un’ora).
E non pensiate di risolvere prenotando, perché il massimo che si può ottenere non è avere un tavolo riservato ma essere messi un po’ più in alto nella lista.
Il lunedì e il martedì, invece, la situazione di solito è molto più tranquilla.
Altro punto critico, il parcheggio: la trattoria si trova tra piazza Venezia e Fontana di Trevi. Non mi dilungo oltre.
Ma supponiamo che abbiate parcheggiato e aspettato. Non appena dalla cassa Cesare avrà urlato il vostro nome, inizierà il godimento.
Il locale è diviso in tre ambienti: uno di “attesa”, con il bancone e la cassa, e altri due con tavoli per circa 200 coperti, forse anche più. L’arredamento è rustico, a mo’ di osteria romana, nel quale dominano i colori del legno, con pareti molto alte sulle quali sono tratteggiati cherubini e motti riguardanti la birra. Complessivamente, nonostante i tavoli siano pesantemente addossati gli uni agli altri, la sensazione è di trovarsi in un ambiente molto arioso.
Per il mangiare, la scelta è molto ampia e si divide essenzialmente in due filoni: quello romano, con le paste tradizionali, e quello mitteleuropeo, con un’ampia scelta di wurstel. In ogni caso, un’informazione preliminare: l’Antica Birreria Peroni NON è uno di quei posti dove le porzioni sono striminzite nella speranza che facciate un pasto completo e abbiate una “resa per tavolo” superiore. Tutti i piatti sono molto generosi, quindi dimenticate di mangiare antipasto-primo-secondo-dolce. Semplicemente, non ce la farete. Nel seguito vi dirò cosa mi piace e cosa no, poi fate un esamino di coscienza e decidete la combinazione che volete, considerando che con Antipasto-Primo e Antipasto-Secondo vi riempite molto e avete la possibilità di prendere, se ce la fate, il dolce. Primo-Secondo non è una combinazione normalmente praticabile, ma se siete famelici, fate pure.
Per iniziare si possono scegliere fritti di ogni tipo. Sono buoni, soprattutto i fiori di zucca. Tuttavia secondo me non sono eccezionali. Di simili se ne possono trovare in molti altri ristoranti. Le bruschette, invece, sono molto gustose, soprattutto quelle con i fagioli cannellini, e ve le consiglio senza remore.
I primi sono quelli della tradizione romana. In vetta alle mie preferenze c’è la carbonara, una delle migliori di Roma. Ma non vi lasciate sfuggire i bucatini all’amatriciana, portati con tanto di bavaglino salva-camicia. E poi, sempre per non sbagliare, si possono provare i tonnarelli cacio e pepe. Infine, conosco dei talebani (uno dei quali è Paola) che non riescono a rinunciare ai bombolotti alla norcina. A me non piacciono molto, ma evidentemente se hanno successo…
Sui secondi vi potete sbizzarrire su un paio di pagine di menu. Segnalo solo quelli da non perdere assolutamente:
- l’arrosto misto alla Peroni. Un tripudio di colesterolo, un piatto unico (se lo prendete non pensate neppure di toccare l’antipasto), una festa di grassi, il miglior accompagnamento in assoluto per la birra. Si tratta di un grande piatto con una salsiccia, un piccolo wurstel a macinatura fine, una fetta di prosciutto di maiale arrostito, due fette di pancetta arrostita, un paio di olive ascolane, patatine fritte e crauti;
- lo spaccafegato, uno stufato di fagioli con le cotiche;
- il goulash, lo stufato piccante di manzo tipico di molti paesi dell’Europa continentale.
Se invece volete indirizzarvi sui wurstel potrete scegliere tra moltissimi tipi: quelli a grana fine, quelli a grana grossa, quelli bianchi di vitello (i miei preferiti) e molti altri. Ogni piatto può essere accompagnato da crauti, da patatine fritte o, nella combinazione che preferisco, “alla tzigana”, ossia con il sugo di goulash e crauti. Superlativo.
Se siete di umore particolarmente goliardico, non potete perdere il “Kilometer”, un enorme wurstel con olive ascolane, crauti e patate fritte servito in un allestimento e con una coreografia che hanno fatto sghignazzare generazioni di ragazzi grandi e piccoli.
Per finire, considerate che i dolci sono il punto più debole del locale. Non è che non siano buoni, è che, come i fritti, non risaltano. Ad ogni modo, di solito non mi nego un profiterole o un tiramisù, mentre lo strudel è molto invitante ma molto deludente.
Un capitolo a parte meritano le bevande, anzi LA bevanda. Trovandosi nell’Antica BIRRERIA Peroni, non si può non prendere la birra. Alla spina si può scegliere la Nastro Azzurro o la Peroni Gran Riserva, ed io in generale preferisco la prima. Se siete un numero adeguato, prendete in considerazione la brocca da un litro e mezzo, che oltre a farvi risparmiare è particolarmente sfiziosa.
Beh? Che fate? Ancora lì a leggere? Andate subito!
A Marcolì da quanto tempo! Sono incappato in questo tuo blog per caso, in cerca di cibo sotto forma di ristorante! Complimenti il blog è veramente BELLO, e scrivi veramente bene! Chi lo avrebbe mai detto considerando il nostro romanzo incompiuto “le avventure di Plug!”
Hai capito chi sono????
LORENZOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie per i complimenti, ma ti devo fare un appunto: “Le avventure di Plug” non è incompiuto! Verrà un giorno in cui lo riprenderemo, lo pubblicheremo e daremo una svolta ai nostri destini!
(La svolta, chiaramente, sarà in peggio… )
Grande recensione, con la quale concordo a pieno.
Veramente ben fatta, da far venire l’acquolina in bocca sin dalle prime righe. Sul sito è presente anche la recensione del filettaro di santa barbara, per caso?
Davvero unopinione ben fatta, con tutti i dettagli necessari! Spero di poter provare questo locale nel mio prossimo viaggio nella capitale! La tua opinione è stata recensita su http://www.trivago.it/roma-44337/ristorantetrattoria/antica-birreria-peroni-988965/recensione-e478327
ci sono stato con la mia dolce metà “venerdì 17”, proprio in seguito a questa recensione, e non è stata affatto una sventura……
Ho trovato immediatamente parcheggio a 150mt dal ristorante, ho aspettato non più di 30 min. prima di sedermi e non più di 15 min. prima di mangiare….INCREDIBILE!!!
L’arrosto misto alla Peroni è effettivamente un tripudio di colesterolo, l’ho trovato un pochino troppo salato, durante la nottata, mi sarò alzato 10 volte per andare a bere, ma sapevo a cosa sarei andato incontro ordinandolo.
Nel complesso ci siamo trovati bene; abbiamo preso fritti come antipasto (nella media, nulla di eccezionale), una bistecca con patate (discreta), un arrosto misto alla peroni (spettacolare…ma pesantino), verdura e mi pare un tiramisù…….il tutto innaffiato con abbondante birra ovviamente.
Ci tornerò per provare i primi, prima o poi..
ciauzzz
Faccio notare che se chiedi una caraffa di birra chiara ti portano la piu costosa. Se vai con una tavolata e specifichi che vuoi la Peroni e non la Nastro Azzurro che costa molto di piu al secondo giro ignorano la richiesta e ti danno la piu costosa ed a fine cena ti trovi 30 euro in piu sul conto… Non è onesto!
Mah… ci vado da più o meno venti anni, l’ultima volta circa 4 ore fa e non ho mai avuto l’impressione che mi volessero fregare.
Non è che ti vogliono fregare, è però un’escamotage per incassare di piu, con tutti i coperti che fanno dandoti la birra che costa di piu a fine giornata sono belle cifre in piu.
Lo dico perche facendo il cameriere comnosco sti trucchi squallidi.
Sottolineo che lo fanno con le tavolate che ordinano molte brocche di birra ignorando il primo ordine dove avevi specificato la birra meno cara.. Non è buona fede.
Poi per il resto si mangia bene e l’ambiente è piacevolissimo!
Piatti scarsi, mal presentati e serviti peggio. Alla mia richiesta ad un cameriere su che tipo di wurster fosse uno di quelli indicati sul menù, mi ha risposto “..c’ha presente un c…zo??” forse pensava di essere spiritoso, visto che eravamo due uomini al tavolo. Desolante e tristissimo al ricordo che qualche anno fa la situazione non era certamente questa. Un consiglio: una bella birra al banco (in orario non di punta) e poi scappare a gambe levate. Peccato! Come è cambiata (in peggio) la Roma dei locali pubblici.
ciao
🙁
Michele, su una parte del tuo commento non sono d’accordo: le porzioni della Birreria Peroni non sono mai state scarse.
Inoltre, se c’è una cosa che non è indimenticabile è proprio la birra: è una normalissima Nastro Azzurro (o una Gran Riserva) che non direi esattamente che meriti il prenderla al banco.
Quanto a come vengono presentati o serviti i piatti, dipende da quello che ti aspetti. Alla Peroni molto è folklore.
Infine, riguardo al wurstel che hai chiesto, la risposta è stata quella non per simpatia, ma perché probabilmente hai chiesto cosa fosse il Kilometer, che in effetti è presentato quasi in verticale, con due olive ascolare sotto e i crauti a mo’ di peli pubici… è una cosa di buon gusto? No. E’ pecoreccia? Sì. Ma il tutto è *volutamente* cafonesco.
BTW, è una ventina di anni che ci vado regolarmente, e la Birreria Peroni, piaccia o no, è sempre stata così.
Dissento, sia sulle dosi servite che sul servizio. C’è stato un periodo (…ma ripeto mi riferisco alla preistoria di quando abitavo a Roma) in cui i piatti traboccavano di crauti, di patatine, ecc.. cosa che era una caratteristica delle (poche) birrerie di Roma. Ce ne era un’altra poi, che non ho più trovato, vicino P.za del Popolo, che serviva sontuosi goulash, piatti tirolesi traboccanti riso, carrè, wurstel, ecc..Ma i miei sono ricordi di un ambiente che non c’è più. Circa il servizio alla Peroni, ricordo la presenza, con fare di cerbero, di due fratelli (biondi e grassottelli??) che gestivano con mano ferrea la situazione ai tavoli. Mai nessun cameriere si sarebbe permesso un linguaggio del genere. Permettimi di dire che non …è sempre stata così.
ciao, con affetto
Michele 🙂
Chapeau, leggo ora altri tuoi commenti e vedo che ti riferisci a più di 30 anni fa, quando in effetti mi cibavo solo di latte…
Per quanto riguarda goulash, spatzl et similia in una traversa di via del Corso, subito dopo il cinema Metropolitan c’è in effetti una taverna/birreria tirolese, ma probabilmente non è quella che ricordi.
Signori miei, ecco un posto degno di nota.