Apprendo dal sito de “La Repubblica” dell’opposizione dell’assessore comunale all’arredo urbano di Milano, Maurizio Cadeo, alla proposta di affissione di manifesti per la nuova campagna di sensibilizzazione di Telefono Donna in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Il manifesto ritrae una donna crocifissa, ed è incentrato sull’analogia per cui il 96% (il 96%!) delle donne che subiscono violenze non le denunciano, pagando così il peccato del “proprio carnefice”.
Il virgolettato riportato da Repubblica è: “Non so se ho gli strumenti per negare gli spazi, ma ne respingo totalmente il contenuto che offende la nostra tradizione cristiana. Pongo il problema politico e ne informerò il sindaco: chiederò a telefono Donna di ritirare il manifesto”.
Caro Maurizio Cadeo: sei contrario al contenuto???
Il contenuto, se non te ne sei accorto, è la violenza sulle donne. Forse volevi dire che sei contrario alla forma? Le parole sono importanti, caro Assessore.
Poni un problema politico??? Forse vuoi dire che poni un problema di sensibilità religiosa? Le parole sono importanti, caro Assessore.
Non intendo discutere o peggio giudicare l’altrui sensibilità religiosa, perché il simbolo può essere più o meno significativo per ciascuno, ma la sostanza ritengo sia infinitamente più importante.
Magari mi sbaglio, e parliamone, ma ritengo che in questo caso il messaggio sia tanto più comprensibile quanto più con occhi cristiani è vissuta quell’immagine: la crocifissione nella nostra cultura è di per sè il simbolo del sacrificio di Dio che si fa Uomo per salvare l’Uomo.
Il nonsense stridente è un essere umano altro dal Cristo che viene sacrificato in modo analogo per l’insensata violenza degli uomini.
Questo nonsense veicola il messaggio, e proprio non riesco a comprendere in quale punto di questo processo l’utilizzo del simbolo possa risultare offensivo.