Embé? Solo perché ne scrive mezzo mondo, non posso forse scriverne anch’io?
Diversamente da quattro anni fa, la sveglia di stamattina è stata particolarmente piacevole.
Durante la campagna elettorale Obama è stato particolarmente abile a costruire, prima ancora che un progetto politico, un quadro filosofico-culturale di riferimento nel quale innestare il proprio progetto politico. E già questo “ritorno agli ideali” mi sembra essere una novità da sottolineare, in un contesto in cui, a fronte di una crisi economica con pochi precedenti, la tentazione di abbandonarsi ad un pragmatismo spicciolo avrebbe potuto deviare ogni velleità di sistematizzazione della propria linea di azione.
Le difficoltà arriveranno, le decisioni quotidiane dovranno essere prese, il pragmatismo avrà modo di manifestarsi, ma l’aver ristabilito il primato degli ideali rispetto alla dittatura delle decisioni è la principale ragion d’essere della Politica. Il perché delle azioni non può risiedere sempre e solamente nell’imminenza delle necessità.
Governare senza un obiettivo alto a indirizzare i provvedimenti (per quanto questo obiettivo possa essere lontano, per quanto possa essere variabile rispetto alle condizioni contingenti) è come pretendere di attraversare un bosco ad occhi chiusi, scansando gli alberi tenendo le braccia tese in avanti: magari non ci si farà male, ma di certo non si uscirà, se non per caso, dal bosco. Questo è quello che ha fatto Bush nei suoi otto anni, questo è quello che nel suo piccolo, nel suo molto piccolo, sta facendo il centro-destra italiano (per tacer del centro-sinistra, che negli anni scorsi commetteva l’errore opposto, cercando di orientarsi solo guardando le stelle, senza peraltro saper nulla di astronomia, e andando a sbattere contro un albero ad ogni pié sospinto).
E allora: Auguri Presidente! E Grazie, Stati Uniti, per la positiva spavalderia che riuscite a dimostrare di fronte ad ogni cambiamento, per quanto radicale possa sembrare!
(foto New York Magazine)
Sintomo della crisi del “primato degli ideali” in italia, a parer mio, è anche evidente nella recente campagna pubblcitaria dell’Unità, questa non mette più immagini di operai in protesta sindacale o giovani in lotta politica ma sederi in minigonna!!! http://www.unita.it/banners/160x600unita.jpg
Che si deve pensara se il quotidiano storico, di uno storico movimento politico popolare e proletario, sceglie l’appeal di un sedere per attirare l’attenzione?? Quali ideali porta avanti???
…speriamo arrivino tempi migliori.. e che nella gente si risvegli la coscenza politica e che dal basso risalga su nelle strutture di potere. Inutile incaponirsi: la logiaca del potere non permette che ciò avvenga al contrario!!
B.