Cucaracha è un ristorante messicano colorato e caciarone a metà di via Candia, che ho scoperto qualche settimana fa grazie a Tania e nel quale ho avuto modo di mangiare già un paio di volte.
Il problema è che non riesco a farmi di Cucaracha un giudizio univoco: da un lato sono attratto dall’ampiezza del menu, dall’abbondanza dei piatti e dall’evidente passione della coppia messicana che gestisce il locale. Dall’altro lato, mi frenano il prezzo, più alto rispetto a quello che mi aspetterei, e il terrificante odore di fritto e unto che ti rimane sulla pelle e sui vestiti all’uscita.
Ma veniamo ai fatti:
Il locale è abbastanza labirintico, con una ventina di tavoli distribuiti in spazi piuttosto angusti ma ben gestiti e, come ho detto, molto allegri e colorati.
Il menu è estremamente ampio. La mia ignoranza in fatto di cucina messicana mi impedisce di dare giudizi di aderenza ai canoni gastronomici, ma tutti i piatti che ho provato sono stati molto gustosi: come antipasto il queso fundido, una ciotola in terracotta con formaggio vaccino fuso, da mangiare con le tortillas di mais a corredo. In parallelo, i Nachos Cucaracha, una piramide per due persone di Nachos con condimenti vari: frijoles (purea di fagioli), formaggio fuso, panna acida e guacamole (la famosa salsa a base di avocado). A chiudere, un assaggio di Onion rings.
Dopo gli antipasti, è sufficiente un piatto unico per completare la cena, e qui scatta il dramma: quattro pagine tra le quali scegliere il destino gastronomico della serata sono veramente tante: si passa da specialità propriamente messicane a piatti tex-mex, da piatti vegetariani a pollo, maiale e manzo.
Da par nostro abbiamo provato, con soddisfazione, il Chimichanga, un fagotto fritto ripieno di carne di manzo condita con peperoni e spezie, le enchiladas, tacos ripieni di carne di pollo piccantissima, i classici burritos e una bistecca di manzo condita con varie salse e peperoni che credo si chiamasse Tampiquena.
Tutti i piatti unici sono accompagnati da riso, fagioli e altri stuzzichini a latere che completano il piatto.
Tutto davvero molto buono, anche se, devo dire, anche molto pesante (prima o poi riuscirò a recensire El Pueblo, altro messicano non distante da Cucaracha, il cui punto di forza è proprio la leggerezza della cucina).
La spesa per antipasto, piatto unico e birra (un paio di noi hanno preso anche una tequila per chiudere) è stata di 28 Euro. A mio avviso un po’ troppo rispetto al numero di portate.
Ahia… per me un tasto dolente, questo ristorante.
Ci sono stata diverse volte, sempre abbastanza contenta dalla bontà dei piatti e del servizio (nonostante i prezzi siano decisamente salati, soprattutto i drink), ma l’ultima volta insieme ai miei amici sono stata vittima di un trattamento a dir poco sconvolgente da parte dei proprietari.
Pagato il conto e lasciati 15 euro di mancia, mentre inforchiamo via Candia veniamo raggiunti dalla cameriera che reclama dei soldi mancanti. Torniamo indietro sbigottiti e ci viene spiegato che il nostro conto era stato da loro invertito con quello del tavolo accanto, 5 persone come noi. Ci viene presentato il vecchio conto (che aveva già preso la via del cestino dopo essere stato appallottolato) maggiorato di 30 euro; facciamo presente che la cifra lasciata sul tavolo era stata come al solito guarnita da una discreta mancia che, a questo punto, facciamo scontare dal nuovo totale. Saldiamo la nuova “ricevuta” e usciamo dal locale a dir poco amareggiati.
Per recuperare 15 euro hanno perso 5 clienti abituali, per giunta a causa di una loro svista… Non torneremo mai più alla Cucaracha!
Cavolo, Kazu, lo credo bene che non ci tornerai più!
A volte i ristoratori non si rendono conto che basterebbe davvero poco per fidelizzare i clienti, e invece si ostinano a trattarli un tanto al chilo, senza nessuna prospettiva che non sia il guadagno immediato.
Come hai detto bene tu, per 15 Euro vi hanno persi tutti e cinque.
E’ il problema di una città grande come Roma, dove il principio è che comunque il locale lo riempi, e non c’è motivo per “curare” il singolo cliente.
Personalmente, comunque, credo che la prospettiva di breve termine dà solo risultati di breve termine, e che sul lungo le voci si spargono sempre.
sono stato ieri sera a La Cucaracha devo dire che il locale carino, i piatti molto buoni anche se le porzioni un pò scarse ed i prezzi eccessivi, quindici euro per una fajitas di pollo dove non ci saranno nemmeno un paio di petti di pollo a bocconcini ed il resto tutto cipolla e peperoni, sette euro per i nachos mi sembra davvero eccessivo e dieci per una caraffa di sangria. i sapori molto buoni ma secondo me il gioco non vale la candela, il personale ed i proprietari tutti gentili e carini ma non basta a giustificare i prezzi elevati.
Secondo me state tutti sbagliando,siete mai stati a mangiare in altri ristoranti che si reputano “messicani”??a Roma ce ne sono tantissimi:dove si mangia male e i prezzi in proporzione sono molto alti, senza poter scegliere più di 3 piatti. Non so dove siete abituati a mangiare, ma alla Cucaracha la cucina è ottima, e nn a caso la proprietaria insegna al Gambero Rosso. Penso che sia uno dei migliori ristoranti messicani di Roma, se nn l’unico. Ovviamente può parlare così solo una persona che si intende di questa cucina. I proprietari sono veramente gentili e poi la cosa più importante è che il personale è tutto di nazionalità messicana, e secondo me questo è essenziale. Altrimenti è come andare in un ristorante di cucina casareccia e trovarsi il personale “cinese”.La maggior parte dei ristoranti messicani sono gestiti da italiani e soprattutto con cuochi di tutte le nazionalità.