“Venti euro per una pizza??? Ma siamo impazziti???”
Più o meno è questa la reazione media di coloro che sentono parlare della pizzeria “La Fucina”. In effetti la cifra è astronomica, quasi imbarazzante, già i 6 euro per una margherita ci sembrano un’enormità…
La Fucina però non è una pizzeria come le altre. E’ un’esperienza da fare.
La formula cardine del locale è la “degustazione”: si va con 2,3,4, n amici e ognuno sceglie una pizza diversa. Le pizze vengono servite a tavola una alla volta, già tagliate a spicchi, in modo che ognuno ne possa degustare una fetta. In questo modo, alla fine della cena, ognuno avrà mangiato l’equivalente di una pizza, ma assaggiandone tanti tipi diversi.
Altra particolarità è il menu, che non prevede fritti (di alcun tipo, nemmeno i supplì!) – bruschette – pizzelle o altri antipasti-sfizi-amenità varie. Solo pizze, vini/birre (artigianali) e dolci.Le pizze poi sono molto particolari, a partire dal tipo di impasto per proseguire con il tipo di condimento. L’impasto è lievitato 24 ore (ma il lievito è pochissimo), fatto con farine biologiche macinate a pietra, ne viene fuori una base molto leggera e fragrante, non alta ma nemmeno una sfoglia, digeribilissima.
Il menu prevede una ventina di condimenti diversi: pizze “di Terra”, “di Mare”, “Tradizionali”, “le Classiche”. Tutti abbinamenti arditi di prodotti di primissima qualità, dai capperi di Salina alle alici di Cetara fino ai salumi di Cinta Senese, per arrivare alle burrate e ai formaggi slow food.
Segnalo una fantastica Mortadella, gorgonzola dolce e carciofi al forno, che sprigiona un profumo davvero inebriante (prima di addentarne una fetta, attendete che gli effluvi giungano al vostro naso…). E anche la Lardo di cinta senese artigianale e biologico, carciofi spadellati e patate al forno a legna merita applausi. Per non parlare della Salame di cinta senese artigianale e biologico con burrata pugliese.
Fra le pizze di mare abbiamo assaggiato la Crema di ceci, cicorietta di campo ripassata con colatura di alici, acciughe di Cetara e “Vecchio stampo” e la Vellutata di broccolo romanesco con acciughe di Cetara e olive taggiasche, entrambe molto buone.
Fra quelle non assaggiate (ma che avremmo voluto provare), Salmone selvaggio dell’Alaska affumicato, ricotta di pecora “De Juliis” e mozzarella di bufala su velo di pomodoro in salsa e Mostarda di pere e mele “bio” con ricotta di pecora, mozzarella di bufala e Speck di Sauris (pizza “dolce” per chiudere la degustazione). Nel complesso le proposte “di Terra” mi sono sembrate più gustose e appaganti di quelle di mare, più “delicate” (delle quali comunque non sono rimaste nemmeno le briciole sul piatto di portata…).
Da bere abbiamo scelto una 32 Oppale (Ale ambrata dalla terra del prosecco) e un grande classico belga, la Blanche de Namur (forse un po’ leggera per essere abbinata a queste pizze). La scelta è comunque abbastanza ampia, come anche quella dei vini, fra i quali segnaliamo il Capolemole rosso di Cori (Marco Carpineti).
I dolci vengono direttamente da Cristalli di Zucchero, penso basti il nome…
Ordinando una pizza a testa, una bottiglia di birra, acqua, caffè si spendono circa 25 euro a persona, che non sono pochi per una pizzeria, ma non sono nemmeno uno scandalo, considerando che ci si alza davvero sazi dopo aver mangiato pizze di alta qualità e che ormai con meno di 15-20 euro non si mangia nemmeno in una pizzeria “normale”.
La prenotazione non è consigliata, direi che è obbligatoria! Il locale è piccolo e sempre pieno. A questo proposito, il consiglio è di chiamare il locale, la prenotazione via internet non è molto affidabile.
Ho avuto il piacere di degustare già due volte le pizze de La Fucina e devo dire che sono rimasta soddisfattissima. Ne ho provate diverse, sia di mare che di terra, e tra tutte la mia preferita è senza dubbio quella con carciofi, gorgonzola e mortadella…confermo che è davvero una goduria anche per gli occhi e per il naso! Delle altre assaggiate è sembrato anche a me che quelle di terra siano più appaganti, però la pizza broccolo romanesco, acciughe e olive ha il suo perché.
Oltre all’ottima qualità del cibo il locale vale la pena anche per la sfiziosità dell’idea appunto delle degustazioni, per una serata piacevole tra amici o in famiglia.
C’è da dire infine che il personale in sala è cortese, anche verso l’ora di chiusura, diversamente da altri (tanti) posti, e questo aspetto a mio parere ‘fa punteggio’. Insomma il gioco vale la candela (il conto)!