Che c’azzecca l’Isola del Giglio?, voi direte… C’azzecca eccome, ed ecco perché (e sia chiaro che la lunga premessa è parte integrante di questa recensione…). Nel settembre 2009, arrivati al porto un’ora prima della partenza del traghetto, io e Sandra decidemmo di chiudere in bellezza l’ultimo week end estivo trascorso all’Isola del Giglio con un piatto di pesce alla Paloma, ristorantino di Giglio porto posizionato proprio davanti l’attracco e di cui in giro si diceva un gran bene (anche che non fosse economico ma nemmeno caro). Fu un’esperienza memorabile, quel primo di pesce si rivelò straordinario e decidemmo così di tornare appena possibile. Detto, fatto: sabato 7 agosto 2010 accompagnati da Riccardo, dodicenne mangiatore vorace di cozze, decidiamo di dedicare la giornata al pranzo da Paloma.
Prenotando al telefono, una gentile signora – rivelatasi la moglie del proprietario – ci aveva risposto che quello che avremmo trovato sarebbe dipeso da quello che avrebbero scaricato i pescatori il giorno o la notte precedente: ottimo inizio! Partiamo alle 7,20 da Roma Monteverde arrivando alle 9 in punto all’imbarco per il Giglio a Porto S. Stefano; il tempo di fare i biglietti (10 euro a tratta gli adulti, 6 i ragazzi) e di parcheggiare proprio dietro l’imbarco (15 euro tutta la giornata), prendere un caffè al bar del Sub dietro la biglietteria della MareGiglio e partiamo alle 9,45. Arriviamo alle 10,30 circa: trancio di pizza – delizioso – per Riccardo comprato nel forno davanti all’attracco (noi digiuni proprio per pranzare affamati), presentazione veloce alla Paloma e via a piedi alle Caldane, spiaggia distante 30’ a piedi dal porto ma di una bellezza “caraibica”.
Visto il caldo notevole, optiamo per una piccola caletta subito dopo la prima spiaggia ma bisogna sapere che ne esiste un’altra, molto piccola, subito dopo il porto e prima delle Cannelle – appunto la prima spiaggia partendo dal porto. Esiste anche un servizio Taxi (via terra o mare) e di scooter rent, scartati sia per il nostro budget (interamente destinato ai trasporti principali e al ristorante) sia per la mia voglia costante di movimento (purtroppo solo mia…). Insomma, alle 11,30 eravamo ai ‘caraibi’: due ore di mare vero con tanto di maschera per apprezzare i fondali che il mare cristallino ci ha offerto e alle 14,10, affamati, eccoci di ritorno alla Paloma, con il proprietario che aspettava tranquillamente noi tre, unici ospiti di quel giorno (anche al mattino era stato cordialissimo…).
Il fresco giardino mette a proprio agio e, con unica comanda, ordiniamo antipasto di cozze per Riccardo (8 euro), paccheri per tre conditi in autonomia dal proprietario (50 euro, 16,50 a testa) e due porzioni di pesce sciabola in crosta di patate su letto di zucchine (32 euro, 16 a testa); una bottiglia di ottimo Chardonnay doc, una caraffa di acqua leggermente frizzante e un barattolo di Coca Cola per Riccardo (nel conto tutto insieme, 20 euro) completano la comanda alla quale, alla fine, si aggiungerà il caffè di Sandra (2 euro). Unico rammarico: le cozze, decisamente salate anche se di sapore eccellente; i paccheri (nero di seppia, calamari, gamberetti, scampi) erano il trionfo del mare, da applausi. Così anche il pesce sciabola: semplice (la guarnizione di patate e zucchine era proprio pura e semplice guarnizione…) ma squisito anche se, a nostro avviso, il consigliare un filo d’olio dop non avrebbe guastato.
Il conto? 120 euro (40 a testa) con l’unica perplessità riguardante i 9 euro per i tre coperti (è vero, era un portapane colmo di ottima focaccia, però…) e la mancanza del menù con i prezzi, tutto a voce. Ogni lettore può decidere se il prezzo è stato equilibrato oppure no: noi, vista la qualità e nonostante le altissime aspettative che possono condizionare negativamente, pensiamo di si. Dunque, La Paloma rimane al top delle nostre esperienze culinarie pur con le ombre segnalate. Spontaneo (come recitano insegna e biglietto da visita) il proprietario che ci ha serviti: ha raccontato che il ristorante è gestito da lui insieme al resto della famiglia (grossetano, moglie gigliese, quattro figli universitari che d’estate -quasi tutti- mandano avanti la baracca..) e della difficoltà di reperire la materia prima quando, in agosto, l’isola si riempie di barche e i pesci spariscono: La Paloma è un ristorante che ha deciso, insieme a pochi altri, di mantenere qualità alta, lo “slow food”, senza cedere al “fast food” turistico che il Giglio offre in quantità.
La soddisfazione per questa scelta traspare dal viso del proprietario (la nostra presenza era lì a confermargli che è la direzione giusta) anche se il prezzo da pagare, qualche volta, è di avere tre coperti (anzi cinque, due ragazzi sono arrivati appena dopo noi…) in un sabato di agosto a pranzo: ma a cena ci sarebbe stato il pienone! P.S.: fine pranzo ore 16,30, traghetto prenotato alle 18,45. Ultimo sole a Giglio Porto (praticamente accampati) con un ultimo meraviglioso tuffo nelle acque cristalline alle 18 a digestione completata.
sono la moglie del proprietario della Paloma, gestione famigliare sì, ma adesso che ho i figli grandi, sono loro che in effetti lavorano, a me è rimasta la parte più divertente…guardare!!!
Per esempio guardare la faccia del Bossini quando ha letto che le cozze erano “salate” commento “ce lo avrà messo lui il sale!” e sul menu “quello lo guardano appeso fuori la porta o prima di sedersi”, l’attenzione deve essere sul cibo, ma anche sul modo di stare insieme, è molto importante per noi non avere “clienti”,ma persone con le quali scambiare almeno un inizio di conoscenza…
un caro saluto sperando di risentirci
AnnaMaria
Dodici anni fa ebbi una delle più indimenticabili esperienze gastronomiche in un altro ristorante dell’isola…
Mi sono trovato al Gilio sul ponte del primo maggio di quest’anno 2012. Pessimo il tempo però mi ha permesso di farmi una piccola gita in gommone conoscendo il simpaticissimo Mauro (il barcaiolo). Nel mezzo della gita in barca ci siamo messi ha parlae di pesca e pesce, gli ho chiesto informazioni sul ristorante la Paloma dicendogli che ero rimasto incuriosito dal menù “fuori dal ristorante” che cambiava sera per sera. Il barcaiolo mi ha risposto che il proprietario cucinava solo quello che i pescatori gli portavano e niente di più. Prenotato e andato la sera stessa, ottima accoglienza della figlia e del padre “il cuoco”… taglio corto antipasto palamita affumicata com mele a fettine aceto balsamico e rucola, secondo antipasto gamberi e scampi in agrodolce , il secondo seppia in crosta di patate il dessert dolce di mele il tutto bagnato con un ottimo bianco un vermentino( sfido chiunque se aveva posto anche per il primo ).Io e la mia compagna abbiamo magiato divinamente ed io mi ritengo un mangiatore di pesce e posso dire a tutti che il Ristorante la Paloma di Giglio porto, rapporto qualità prezzo è stata la mia migliore mangiata di pesce…. grazie di esserci a presto fabio.