Un po’ di note sparse al ritorno da New York, dove ho partecipato al TOC 2011.
Giornata da groupie a parte, in cui girando abbiamo incontrato nell’ordine Paris Hilton che entrava al Late Night di Letterman, il cantante dei Green Day in uscita dal suo musical e nientemeno, pochi metri più in là, che Al Pacino all’uscita del Mercante di Venezia:
Ne approfitto per fare un nodo al fazzoletto su alcuni indirizzi che sono stati una conferma alla mia quarta volta a New York o una scoperta in giro per Manhattan:
- l’Hotel Portland: molto economico, sui 110 Dollari a notte, per la posizione ultra-strategica: a pochissimi metri (!) da Times Square. Negli scorsi anni era pulito ma un po’ trasandato nelle stanze. Da quest’anno, dopo tre anni di lavori, le stanze erano tutte rinnovate e davvero stupende. Ancora in ristrutturazione le aree comuni, sospetto che alla conclusione dei lavori i prezzi non saranno più così attraenti
- Fresh & Co. è di gran lunga il mio posto preferito per la colazione. Io vado sempre a quello vicino all’albergo, al 1211 della Sixth Avenue. Cibi naturali per tutti i gusti, ma in particolare sono ghiotto del caffé alla nocciola, equilibratissimo, del Muffin Morning Glory, un tripudio di uvetta, noci, carote e semi vari (la ricetta per farlo in casa è qui) e l’oatmeal
- Per la pausa pranzo, dopo aver macinato strada, cerco di andare da Whole Foods Market. Sono enormi supermercati alimentari specializzati sul fresco, che hanno però un’enorme area self service in cui c’è letteralmente di tutto: ci si serve da soli in banchi con decine di zuppe, a insalate da comporre a proprio piacimento scegliendo tra dozzine di ingredienti (dalla semplice lattuga, al tofu affumicato con il sesamo, dagli edamame ai broccoli al vapore), oppure piatti indiani, messicani, cinesi, giapponesi, ma c’è anche un bancone con una grande varietà di Sushi, Sashimi e Maki preparati da 4 cuochi sul posto o a portar via, un banco con pizze al taglio simili a quelle romane, banchi con polli e carni arrosto, dolci, bevande, insomma, di tutto. Una volta pagato, si va nelle ampie sale da Fast Food, dove c’è peraltro wifi gratuita (plus notevole). Unico problema, per me enorme: la porzione la si prepara da soli scegliendo scatole di carta impermeabili, e se si va con la fame si tende a riempire in modo abominevole una o più scatole, pagando anche molto e lasciando per sopraggiunta sazietà buona parte del cibo. Insomma, non bisogna avere gli occhi più grandi dello stomaco.
- Burger Joint at Le Parker Meridien. Passa per essere uno dei migliori hamburger di New York. Di sicuro è uno dei migliori che io abbia mai mangiato. Semi-nascosto nella hall del Parker Meridien, hotel di lusso con ingressi sulla 56th e la 57th tra la sesta e la settima avenue, è un buco trasandato con una trentina di posti, sempre pieno, che sforna solo tre tipi di piatto: hamburger, cheeseburger e formaggio grigliato, accompagnati da patatine e birra o coca cola. Niente altro. Il prezzo di un hamburger è di 7$, il cheeseburger costa 8$. Una volta ordinato i panini avvolti nella carta e le patatine in una bustina da pane vengono schiaffati in mano con poca grazia, a voi trovare posto a sedere. Brutale il servizio, non bisogna andare per fare due chiacchiere, ma ne vale la pena.
- Hummus Place. Nel West Village, piccolissimo, una dozzina di posti a sedere. Cucina israeliana con una centralità assoluta dell’Hummus, il puré di ceci con salsa Tahiné (al sesamo). Notevole, molto buono.
- Veselka è un ristorante di cucina ucraina nell’East Village. Io ho provato il Borsch, una zuppa di cavolo rosso, e un assaggio di sette pierogi: fagottini di sfoglia fritti ripieni di formaggio, o carne, o spinaci, o tante altre cose sfiziose. Con Side dish e birra siamo sui 25 dollari a testa.