Dopo la segnalazione di Robie, direttamente dal sito del Senato, vi riporto il resoconto stenografico della prima parte dell’intervento di Mastella al Senato della Repubblica. Tenetevi forte…
MASTELLA (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli senatori, lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Signor Presidente, questa poesia di Pablo Neruda denota il mio stato d’animo […]
L’intervento continua, ma la parte incriminata è questa. SEMBRA, infatti, che Neruda quella poesia proprio non l’abbia mai scritta…
L’ha scritta, e finisce così:
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento
di una splendida felicita’.
che pover uomo di ghost writer deve avere clemente mastella.. di lui non parlo, sarebbero solo insulti.
ci son cascato pur’io in questa bufala, pensavo anch’io fosse di Neruda…invece no!
c’e’ sempre da imparare