Kisso
Il locale è a pochi metri da via Nazionale nel centro di Roma ed a pochi passi dal famoso negozio di Mitsukoshi a via Torino. Dall’esterno gradevole vi accoglierà con i piatti in cera in vetrina (copia clone)ed il famoso gatto nipponico maneki neko ( con zampa mobile e vocetta computerizzata dell’Irasshaimase) all’aprirsi delle porte automatiche. L’interno è anche gradevole con tavoli normali ed il kaitenzushi (il cingolo rotante che trasporta i piatti portata) ed una saletta tatami. Per quanto riguarda le pietanze sono “appena sufficienti”; sia nella qualità del riso e nella tipologia, il taglio del pesce molto modesto. Continue reading “Kisso”
Ferro e Fuoco
Carne ai blogger! Da Ferro e Fuoco, ormai due settimane fa, abbiamo onorato il nome della serata!
Ferro e Fuoco è un’ottima griglieria che si trova sulla Nomentana, nei pressi di Piazza Sempione. La location è delle migliori: già quando si arriva non ci si stressa con l’automobile grazie all’ampio parcheggio antistante il rustico casale che ospita il ristorante vero e proprio. E altrettanto felice è l’allestimento interno, un enorme spazio (ci saranno stati tranquillamente oltre 200 coperti) dominato, al centro, dalla griglia e dalle braci traboccanti carni e verdure, le quali conferiscono all’ambiente un non so che di domestico, punto che incrementa ulteriormente l’appeal del luogo.
Sì, vabbè, ma come se magna? Continue reading “Ferro e Fuoco”
Equatore
Ieri, dopo mesi in cui avevo relegato la lettura ai pochi minuti prima del sonno e ultimamente alle quotidiane deambulazioni in metropolitana (a proposito: tagliatori di tubi della benzina degli scooter, che voi siate maledetti e che possiate soffrire vita natural durante di attacchi plurimi di dissenteria acuta!) mi sono regalato tre ore consecutive per finire le ultime 200 pagine di Equatore, di Miguel Sousa Tavares.
E’ un libro stupendo e mi sento di consigliarlo a tutti. E’ la storia di Luis Bernardo Valença, intellettuale e viveur della Lisbona di inizio secolo, che inaspettatamente convocato dal Re viene a trovarsi nominato Governatore delle isole di Sao Tomé e Principe. La sua missione è convincere gli inglesi, rappresentati dal console David Jameson e dalla bellissima moglie Ann, del fatto che nella colonia non esista più la schiavutù. Il romanzo si intreccia tra gli intrighi politico-commerciali dell’isola e la vita personale di Luis Bernardo, e complessivamente ofre un affresco godibilissimo della vita coloniale all’alba dello scorso secolo.
Anche se in alcuni passaggi risulta un po’ irreale e macchinoso, Tavares riesce a creare una forte empatia tra il lettore e il protagonista, e questo credo sia il maggior punto di forza del romanzo. Al termine delle quasi 500 pagine si prova una sensazione di dispiacere nel chiudere il libro, si sente il desiderio di continuare a vivere con quegli amici dei quali hai imparato a conoscere i pensieri, i sentimenti e gli umori.
In conclusione, è un’ottima opera prima, attendo con trepidazione la prossima prova di Tavares.
PS: Naturalmente, un ringraziamento agli amici che me lo hanno regalato. Ho un pregiudizio abbastanza forte verso gli scrittori portoghesi, e questo libro, che di sicuro da solo non avrei mai comprato, è riuscito nell’impresa di abbatterlo.
PPS: A chi interessasse, per conoscere i libri che ho letto (sto continuando a caricarli) e quelli che sto leggendo, questo è il mio profilo su aNobii.
Youkoso Italia e SecondoMe: il sodalizio!
Amici e nemici, affezionati e passanti,
E’ con grande piacere che vi annuncio il sodalizio tra SecondoMe e Youkoso Italia!
Youkoso Italia è il blog di Gianluca e Kanako, e rappresenta, come dice il titolo, un “ponte virtuale tra Giappone ed Italia”, punto di riferimento per chi per curiosità, per cultura o per sfizio vuole aprire i propri orizzonti al Giappone.
Io, totalmente a digiuno di cultura nipponica, li seguo oramai da tempo, e li trovo intelligenti, arguti e divertenti. E allora chi, meglio di loro, poteva guidarci alla scoperta della cucina giapponese nella capitale?
Ma bando alle ciance! Cosa fate ancora qui? Andatevi a leggere il post di oggi sui VERI ristoranti giapponesi a Roma.
E per il futuro: Estote parati! Perché Gianluca & Kanako pubblicheranno anche qui, su SecondoMe, le schede di tutti i ristoranti citati!
Ciao, Professore
Nella notte tra sabato e domenica è morto il prof. Giulio Guj.
E’ stato il mio professore di Fluidodinamica.
Poi è stato il mio primo datore di lavoro, mi offrì un contratto il giorno dopo la mia laurea.
Per quasi un anno ho lavorato spalla a spalla con lui, letteralmente, perché mi ero insediato nella sua stanza.
Di lui mi resteranno indelebili le sue risate quando, per una prova in galleria del vento, avevo progettato e fatto costruire una lastra di alluminio totalmente ingestibile, alta due metri e mezzo e pesante più di sessanta chili. Solo per poi raccontarmi di quando, appena laureato, aveva progettato e fatto costruire un’intera galleria del vento senza i ganci per il trasporto.
L’ho conosciuto così, allegro e autoironico.
Cinque anni fa ho preso un’altra strada, e da allora ci siamo visti solo un paio di volte.
Avrei desiderato poterlo salutare, non sapevo neppure che fosse molto malato.
Ciao, Professore.
L’impresa della settimana
Con un paio di settimane di ritardo, ieri ho allestito il mio primo acquario, di 50 litri, che Wonderpaolastra mi ha regalato per il compleanno. Tra le cose che non sapevo c’è il fatto che i pesci non si possono mettere subito: bisogna aspettare che le piante (che sono vere) e i batteri creino l’ambiente adeguato. Comunque, per ora, l’impresa è fatta.
Una sola cosa ho dimenticato di chiedere all’acquarista: ma le piante ogni quanto tempo vanno annaffiate?
PS: Si ringrazia Wwonderpaolastra per la realizzazione dei pesci…
Il pupazzoppo
Avevo un pupazzetto.
Il pupazzetto era di coccio.
Con lui mi divertivo,
Prima lo lanciavo,
Poi lo riprendevo.
Un giorno mi è sfuggito ed è caduto.
Il piede si è sbeccato.
Era un pupazzetto,
Adesso è un pupazzoppo.
Ma dimme te!
Tragedie in due battute
A (nel mezzo di un discorso): “… e perciò più perde e più continua a perdere”
B (con il sorriso disincantato di chi la sa lunga): “Praticamente è un cane che si morde il gatto!”
A (mordendosi la lingua a sangue per non ridere): “E già…”
PS: E’ successo veramente. No, non scherzo.